Proposta di aggiornamento della Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE).

Molte novità e qualche ambiguità per i pesticidi.

La Commissione Europea ha presentato di recente una proposta di aggiornamento della direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE), della direttiva sulle acque sotterranee (2006/118/CE) e della direttiva sugli standard di qualità ambientale (2008/105/CE).

Le versioni proposte revisionano gli elenchi delle sostanze prioritarie per le acque superficiali e sotterranee ed i relativi valori soglia utilizzati per valutare lo stato chimico ai sensi della Direttiva Quadro Acque.

Nella proposta di aggiornamento vi si trovano delle importanti novità per i pesticidi e anche qualche ambiguità.

Acque superficiali

Nuovi pesticidi, tra cui alcuni piretrodi e neonicotinoidi, hanno accresciuto l’elenco ed i valori soglia delle sostanze prioritarie.

Nel D.Lgs. 152/2006 di recepimento della direttiva quadro le sostanze prioritarie sono riportate nella tabella 1A (vedi anche l’articolo: Acque e le norme).

La super novità è rappresentata dall’ingresso del glifosato nell’elenco delle sostanze prioritarie. Per questo erbicida è previsto un valore soglia di 0,1 µg/l nel caso che le acque superficiali siano destinate alla produzione di acqua potabile e di ben 86,7 µg/l per tutte le altre acque superficiali interne (8,67 µg/l per il mare). Sorprende un valore così elevato, ci auguriamo che sia stato accuratamente calcolato.

In Italia nel corso del monitoraggio delle acque non si è mai misurato un valore così alto, al massimo valori poco superiori a 10 µg/l. Attualmente il valore soglia in Italia per il glifosato è pari a 0,1 µg/l (valore soglia generico presente nella tabella 1B del DM 56/2009).

Per la prima volta, è introdotta la formulazione generica di pesticidi totali. Comprende le sostanze attive ritrovate e i loro metaboliti rilevanti, con un valore soglia di 0,5 µg/l.

Non è chiaro se la sommatoria debba riferirsi solo alle sostanze attive presenti nell’elenco oppure a tutte le sostanze attive ritrovate nel corso delle analisi. Questo punto andrebbe chiarito.

Comunque sia, dobbiamo chiederci come possano convivere nella stessa tabella i valori soglia del glifosato e dei “pesticidi totali”, poiché il primo è (molto) più elevato del secondo (oltre 100 volte).

Di regola il valore soglia della singola sostanza non può essere superiore al valore soglia della sommatoria di più sostanze. Appare evidente che su questo punto dovranno esserci dei chiarimenti o dei ripensamenti.

I “vecchi” pesticidi: alaclor, simazina, clorfenvinfos che confluiscono fra gli inquinanti specifici dei bacini idrografici, sono derubricati. Sono quelli che nella legislazione italiana di riferimento costituiscono la tabella 1B del DM 56/2009.

Una novità riguardante le sostanze ricadenti fra gli inquinanti specifici dei bacini idrografici è che in futuro concorreranno alla valutazione dello stato chimico (adesso influiscono solo sullo stato ecologico) ed i loro valori soglia non saranno più in ambito nazionale ma saranno uniformati a livello comunitario.

Al momento non possiamo prevedere se rimarranno nella tabella 1B i riferimenti generici attualmente presenti di “pesticidi singoli” e “pesticidi totali” con valori soglia rispettivamente di 0,1 e 0,5 (1,0) µg/l. La formulazione “pesticidi totali” potrebbe infatti andare in conflitto con l’analoga voce proposta nell’elenco delle sostanze prioritarie.

Acque sotterranee

Anche le acque sotterranee rientrano nella proposta di aggiornamento della direttiva quadro sulle acque, e nello specifico con la direttiva sulle acque sotterranee.

Per le acque sotterranee sono mantenuti invariati i valori soglia dei “pesticidi singoli” e dei “pesticidi totali” rispettivamente di 0,1 e 0,5 µg/l presenti nella tabella dell’allegato I della Direttiva 2006/118/CE. Nel concetto di “pesticidi totali” rientrano i metaboliti “rilevanti” (oggi chiamati pertinenti).
La novità riguarda una nuova voce di tabella denominata “metaboliti non rilevanti dei pesticidi”, per i quali sono indicati valori soglia compresi fra 0,1 e 12,5 µg/l, a seconda che i dati scientifici disponibili sui rischi ambientali e sanitari associati siano assenti, insufficienti o adeguati.

Secondo la definizione del Reg. 2009/1107/CE:

un metabolita è considerato rilevante se esistono motivi per ritenere che possieda proprietà intrinseche comparabili a quelle della sostanza madre in termini di attività biologica bersaglio o che comporti per gli organismi un rischio più elevato o comparabile a quello della sostanza madre o che possieda determinate proprietà tossicologiche ritenute inaccettabili. Tale metabolita è rilevante per la decisione generale di approvazione o per la definizione delle misure di mitigazione del rischio.

Il documento Sanco/221/2000/rev.11 del 21 ottobre 2021 descrive uno schema per determinare se un metabolita è rilevante o non rilevante utilizzando criteri di attività biologica, genotossicità e pericolo tossicologico. Il documento identifica un approccio consensuale nel processo decisionale normativo relativo all’approvazione delle sostanze attive e all’autorizzazione dei prodotti fitosanitari.

Sarebbe auspicabile che ogni sostanza attiva fosse accompagnata dai metaboliti “rilevanti” e “non rilevanti” con informazioni circa il rischio associato.

Questo permetterebbe alle Agenzie Ambientali, che eseguono il monitoraggio, di procedere in modo sicuro ed uniforme.
Segnaliamo un documento tecnico della Confederazione Svizzera che definisce metaboliti rilevanti e non rilevanti per le sostanze attive utilizzate.

In conclusione si segnala che la consultazione pubblica sull’aggiornamento delle Direttive è chiusa da più di un mese, ma è ancora possibile inviare commenti alla Commissione Europea fino al 23 febbraio p.v. Tali commenti saranno inseriti in una sintesi da presentare al Parlamento Europeo e al Consiglio per il dibattito legislativo.

Autori biografia

Alessandro Franchi

Sin dagli inizi della sua carriera, in ARPA Toscana (ARPAT), si è interessato delle problematiche inerenti i pesticidi diventando un autorevole riferimento per tutti i colleghi delle Agenzie Ambientali e per il Gruppo Fitofarmaci delle Agenzie Ambientali (AAAF), di cui è uno dei fondatori. Si è interessato all’elaborazione di indicatori predettivi del rischio di contaminazione nell’ambiente idrico e più in generale degli impatti correlati all’impiego dei pesticidi. In tale ambito ha curato l’elaborazione ed applicazione dell’Indice di Rischio di Contaminazione delle Acque (IRCA) che tiene conto della ricorrenza nel tempo, della numerosità e della distribuzione geografica delle attività di monitoraggio sui fitofarmaci. L’indicatore costituisce strumento indispensabile per la razionale progettazione dei protocolli analitici di ricerca dei prodotti fitosanitari. Ha ideato e sviluppato l’indicatore “Classe di Impatto Potenziale” (CIP) che permette di valutare l’impatto del pesticida in base alle caratteristiche chimico-fisiche, ambientali e tossicologiche. Il valore di CIP è stato calcolato per oltre 600 fitofarmaci e può essere utilizzato per considerare il rischio potenziale: dei pesticidi venduti, dei fitofarmaci riscontrati nei monitoraggi e delle sostanze attive utilizzate nei trattamenti fitosanitari. Autore di numerosi articoli scientifici, ha puntualmente divulgato le valutazioni discendenti dall’attenta e critica osservazione della problematica pesticidi, nell’ambito dei convegni organizzati da ISS, ISPRA e AAAF partecipando in qualità di relatore. Ha diretto negli ultimi anni della sua carriera il Settore VIA-VAS di ARPAT. La passione per i fitofarmaci continua ad alimentare il suo interesse per l’evoluzione e per le ricadute delle strategie sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, facendo emergere contraddizioni e criticità anche con una attenta interpretazione degli indicatori di rischio armonizzati.

Michele Lorenzin

Referente in APPA Trento per i fitofarmaci, è stato fondatore e primo coordinatore del Gruppo Fitofarmaci delle Agenzie Ambientali (AAAF), gruppo che ha migliorato la qualità delle attività, non solo analitiche, delle Agenzie ed ha predisposto gli strumenti per la programmazione dei controlli e per la valutazione dei risultati. Come membro della Commissione Consultiva dal Ministero della Salute ha vigilato sull’evoluzione legislativa italiana, nel recepimento delle direttive comunitarie. Ha curato l’elaborazione, la redazione e l’aggiornamento di Linee Guida dei Limiti Massimi dei Residui e degli utilizzi consentiti dei trattamenti fitosanitari, che hanno costituito utile strumento per il controllo ufficiale degli alimenti. Ha proposto un indicatore di qualità degli alimenti che considera la presenza simultanea dei residui di fitofarmaci (IqR), criterio che viene ancora utilizzato per selezionare le partite di prodotti alimentari che possono entrare nel circuito della Grande Distribuzione Organizzata a livello europeo. Nell’ambito delle attività del gruppo AAAF ha promosso e curato la realizzazione di convegni periodici sui fitofarmaci che hanno rappresentato importanti momenti di confronto tra i diversi attori, sui complessi aspetti della tematica pesticidi. Autore di diverse pubblicazioni ed articoli, ha effettuato uno studio approfondito sulla deriva nei trattamenti fitosanitari e sull’esposizione ai pesticidi della popolazione italiana con la valutazione della presenza di residui nel piatto. Continua ad interessarsi delle tematiche dei fitofarmaci, analizzando i dati disponibili sulle vendite e sull’andamento dei monitoraggi per migliorare sempre di più la conoscenza ed i rischi derivanti dalla contaminazione diffusa dei pesticidi.

Aggiornato al 23 gennaio 2023

Autori: A. Franchi e M. Lorenzin