di R. Bigoni – aggiornamento: 23 maggio 2022
Breve storia del carro FS tipo Em/Elm, in seguito Ekklm e VEkklm.
Questo simpatico, pur se sgraziato, carro scoperto venne realizzato per il trasporto di carichi pesanti e di densità elevata, come ad esempio i rottami metallici; nella foto seguente è visibile un esemplare di un carro FS tipo Em.
Link utili per le immagini dei prototipi:
Altre immagini di questi carri si possono trovare ai seguenti link:
http://www.fotoferrovie.info/displayimage.php?pid=8339 – http://www.fotoferrovie.info/displayimage.php?pid=13014 – https://gallery.carrimerci.it/index.php?/category/vem-83-5200
Metodo di classificazione e numerazioni.
I carri di questo tipo al tempo della loro costruzione (1959) furono inseriti nel tipo “ L “con la marcatura “FS Italia” fino ai primi anni ’70 (Epoca III). Nel corso dell’epoca IV furono marcati ” Em ” quelli dotati di boccole con cuscinetti a rulli (come nell’esemplare modellistico in foto), mentre furono marcati ” Elm ” quelli aventi boccole con cuscinetti a strisciamento (come quelli riportati nei figurini sottostanti della ditta Walschaert).
Per le numerazioni, i carri Em sono stati numerati secondo la classificazione internazionale da 520 0 000 a 520 0 529, mentre gli Elm da 527 0 000 a 527 0 011 quelli dotati di freno a mano e da 521 1 000 a 521 1 519 quelli privi dello stesso. Successivamente, all’inizio degli anni ’80, a causa di un cambiamento nei criteri di classificazione, la serie Elm è diventata “Ekklm ” con numerazioni da 527 5 900 a 527 5 911 per i carri dotati di freno e da 527 5 000 a 527 5 493 per gli altri. In epoca V (da metà anni ’90) questo carro è sato utilizzato anche come veicolo di servizio interno in livrea grigio-cenere, aggiungendo quidi la lettera V alla marcatura precedente.
La costruzione di un carro Em sulla base di un carro standard tipo E.
Riproduzioni modellistiche…
La riproduzione modellistica del Carro FS tipo Em fino ad ora è stata quasi inesistente. Solo alcuni produttori artigianali si sono cimentati con essa, fra i quali la cessata ditta WALSCHAERT. Della sua pregiata produzione riporto i figurini:
… e costruzione “fai da te”.
E’ tuttavia possibile costruirlo sulla base del molto più diffuso carro tipo E (detto anche “gondola”) prodotto in gran numero in tante nazioni europee e da tanti produttori di modelli ferroviari; inoltre è recuperabile a bassissimo prezzo. Ovviamente per un carro Em si utilizzerà un carro E con le boccole a rulli, mentre per un Elm uno con cuscinetti a strisciamento. La foto seguente dà un’idea delle proporzioni e del lavoro occorrente; il carro di partenza è un modello RivaRossi.
Inizio dei lavori!
Il primo passo è la separazione della cassa dal telaio e la rimozione di ganci e ruote. Con un seghetto molto fine si elimina il settore di cassa compreso fra l’estremità e quello adiacente ai portelloni, a filo dei montanti. Dopo aver rimosso i quattro settori interessati, si levigano le superfici dei montanti in modo da dimezzarne lo spessore, così da ottenere lo spessore originario incollando i pezzi rimanenti con colla per plastica (evitare i cianacrilati perchè la giunzione rimane fragile). Incollare all’interno della nuova cassa, sul fondo, un rettangolo di plastica che rinforza la struttura e simula il fondo metallico del carro vero. Eliminare la parte inferiore dei portelloni e l’aggetto delle pareti laterali; i portelloni medesimi devono essere abrasi fino a ottenere una superficie liscia.
Ricostruzione della parte alta della cassa, rifinitura in basso e costruzione dei portelloni laterali e frontali.
Con listelli di plastica del medesimo spessore della cassa si innalzano le pareti laterali fino al livello di quelle frontali, prolungando i montanti e terminando con la sottile cornice superiore che corona il carro. Si arrotonda con una lima fine la parte bassa delle pareti laterali. Sopra la superficie lasciata dalla rimozione dei portelloni è incollato un riquadro di plastica sottile con riportata l’incisione che simula la fessura fra le porte:
I cardini dei portelloni e del chiavistello sono ottenuti con sottili strisce di Plasticard; il chiavistello medesimo è in filo di ottone sagomato. Le pareti frontali, che possono essere di foggia variabile a seconda della nazionalità, dell’utilizzo e del costruttore, vengono rese completamente lisce con lima e carta vetrata; dopodichè si costruisce un portellone mobile per lo scarico fatto come evidenziato dalle foto:
Il leveraggio per l’apertura dei portelloni di estremità è costruito con filo di ottone e i suoi fermi sono ricavati da una strisciolina di plastica.
Il telaio
Adesso passiamo al telaio: dopo la rimozione dei rinforzi sottostanti verrà tagliato in modo da salvaguardare le estremità con i supporti per le balestre; contemporaneamente si cercherà di salvare nel miglior modo possibile l’impianto pneumatico frenante. Anche la zavorra verrà tagliata di conseguenza. Le incisioni sulla parte alta del telaio indicano i punti nei quali è stato operato il taglio:
Per una migliore riuscita del lavoro, è consigliabile eliminare i rinforzi evidenziati, che erano necessari nel carro E di origine:
Le ruote del carro originario sono troppo grandi, meglio sostituirle con altre di 10 – 10,5 mm di diametro, dipinte nero opaco o color ruggine (in un’ampia varietà di sfumature). Occorre aggiungere lo scalino (filo di ferro/ottone ripiegato oppure particolari di risulta da altri carri) e il meccanismo di selezione per la frenatura (vuoto/carico), ottenibile sezionando un profilato a T di plastica o metallo e incollandogli sopra uno spezzone di filo sottile metallico, come pure utilizzando particolari di risulta. Inoltre occorre inserire le barre accoppiatrici dei ceppi dei freni e il cinematismo per il gancio corto, che permette di far viaggiare i carri con i respingenti accostati anche in curva:
Verniciatura.
Una pulizia con detergente per piatti, un accurato risciacquo, una mano di primer per plastica e due mani di “Rosso vagone” date con pennelli di diversa dimensione hanno portato ai risultati visibili nelle foto precedenti. Cassa e longheroni dl telaio sono in Rosso Vagone, parasale, boccole, tabelle e freni in Nero opaco (ruggine sui ceppi dei freni). Per questi rotabili la suddetta livrea vale dall’origine fino a fine carriera, quando presero la livrea grigio-cenere dei mezzi di servizio interni e la sigla cambiò da Em a VEm.
Marcatura e numerazione.
Volendo ambientare il carro FS tipo Em in Epoca IV, le marcature non dovranno più evidenziare “FS Italia” (come nel carro che compare nella foto iniziale) ma dovranno essere del tipo “21 RIV – 83 FS” con numero finale di controllo:
Il carico
Nel caso si volesse inserire un carico, si può utilizzare una basetta di cartoncino/compensato/plastica dipinta di nero opaco e poi ricoperta con pezzi minuscoli di scarto, opportunamente colorati:
Infine la basetta è inserita all’interno della cassa:
Notare l’evidenziazione della parte interna dei portelloni e le tracce di ruggine/usura sulle pareti. Ora il carro è pronto per il trasporto di rottami alla fonderia…
Costruzione di un carro FS tipo Em su base WALSCHAERT.
All’inizio di questo articolo compaiono i figurini di diverse versioni del carro disponibili presso il costruttore WALSCHAERT. Ora esaminiamo da vicino la costruzione di questo modello:
La cassa del carro FS tipo Em WALSCHAERT
Le fiancate e le testate del carro s’incollano agevolmente fra di loro e con il pianale; la cassa risultante è molto ben riprodotta con ricchezza di particolari; il colore della stampata è nero, per cui sarà meglio dare un primer per plastica di color grigio prima della verniciatura finale:
Il telaio del carro FS tipo Em WALSCHAERT.
Il telaio è in lega, occorre verificarne la perfetta planarità e apportare eventuali correzioni se necessario. E’ consiglibile verniciare ora le sue pareti:
Per verificare la planarità del telaio, può essere utile lavorare su una superficie di vetro. I parasala sono abbastanza sottili e s’inseriscono in apposite piccole fessure del telaio. E’ stato necessario rifinirle un po’ con carta abrasiva sottile. I parasala sono stati incollati con epossidica bicomponente, che garantisce un incollaggio stabile e robusto anche fra materiali diversi e con scarsa superficie di contatto.
Per garantire la perfetta planarità, la struttura in corso d’incollaggio è stata posta su un pezzo di specchio con una massa non troppo pesante (tipo una tazzina da caffè piena d’acqua) e i parasala sono stati forzati un po’ all’interno con elastici e tenuti a distanza dagli assi stessi. Gli elastici non devono esercitare una grande forza, è sufficiente che tengano accostati i parasala in posizione:
Il meccanismo per l’agganciamento corto del carro tipo Em.
A questo punto bisogna inserire i ganci nei rispettivi supporti e collegarli tramite una molla: questo consente di distanziare i carri in curva e avvicinarli in rettilineo, con un migliore colpo d’occhio rispetto ai vecchi ganci fissi:
Il sottocassa del carro Em della WALSCHAERT.
Adesso è opportuno inserire tutti gli ammennicoli di cui è dotato il sottocassa del carro; la maggiore difficoltà riguarda le ganasce dei freni, che hanno a disposizione una sede per l’incollaggio molto lasca e occorre tenerle in posizione mentre il collante agisce.
Il costruttore suggerisce di evitare di mettere le barre accoppiatrici dei ceppi dei freni alle estremità, in quanto interferiscono con la scatoletta del poragancio. Poichè il risultato mi sembrava esteticamente inaccettabile, ho provveduto ad accorciarle quel tanto che basta perchè siano a filo con i ceppi e le ho incollate qualche decimo di millimetro sotto la scatoletta. Il risultato mi sembra accettabile e il meccanismo dell’aggancio corto funziona perfettamente:
Verniciatura e assemblaggio del carro FS tipo Em WALSCHAERT.
Arrivati a questo punto, si procede con la verniciatura, tramite l’uso di vernici poliuretaniche date con l’aerografo:
Si assemblano cassa e telaio tramite gli steli dei respingenti, i cui piatti vanno dipinti in nero opaco. Occorre fare attenzione alle posizioni rispettive dei respingenti piatti e convessi.
Le iscrizioni del carro Em
Adesso è il momento per il carro di ricevere le iscrizioni. Scegliendo l’epoca III, dalle prime costruzioni ai primi anni ’70, il carro può convivere con le ultime locomotive a vapore:
Anche il sottocassa va ridipinto:
Il carico del carro FS tipo Em WALSCHAERT.
Le pareti della cassa tendono a flettersi leggermente verso l’interno. Per ovviare a questo inconveniente (molto leggero, bisogna cercare per trovarlo) si mettono due distanziali (due spezzoni di stuzzicadenti). Si vernicia l’interno in grigio chiaro, ma lo si può lasciare anche in rosso vagone.
Si posiziona un cartoncino nero o dipinto di nero sopra i distanziali e sopra vi s’incollano frammenti metallici e plastici di piccole dimensioni, come nell’elaborazione precedente del carro E di RIVAROSSI:
Si ripassa in vari punti con smalto ruggine opaco e qualche altra punta di colore a volontà, cercando di evitare al massimo l’uniformità.
Il carro FS tipo Em terminato e ritratto al lavoro
Alla luce solare:
Il lavoro è terminato e ora il carro può godersi la tranquillità della permanenza in vetrina o percorrere chilometri di binario, a seconda delle necessità.
Bibliografia
- Giovanni Leone: Carri FS Italia 1905-1960 Vol. 3: carri scoperti serie L – Editoriale del Garda
- “i Treni OGGI” n° 73 luglio-agosto 1987 – Ediz. ETR (Articolo di Giuseppe Mutolo)
Autore: R. Bigoni