Un diserbante di grande utilizzo

Il glifosato

Il riferimento è a “un diserbante di grande utilizzo“: il glifosato (in inglese Glyphosate: CAS 1071-83-6). Trattasi di una sostanza chimica molto usata nei prodotti fitosanitari. Come è noto tali prodotti sono impiegati soprattutto in agricoltura, ma anche per la manutenzione del verde, in orticultura, ai bordi delle strade e nelle ferrovie.

Il glifosato serve per combattere le erbe infestanti che competono con le colture. Nel tempo si è dimostrato di grande efficacia e più economico rispetto ad altri erbicidi alternativi.

Tale sostanza attiva è approvata dal Reg. 1107/2009 ed è elencata nella parte A dell’allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011.

Nell’allegato I del Reg. 2017/2324 si legge che la scadenza dell’approvazione del “glifosato” è fissata al 15 dicembre 2022. In altre parole, sino a tale data si può impiegare la sostanza attiva nei prodotti fitosanitari. A livello di stato membro (SM) verrà autorizzato il formulato a seguito della valutazione della sicurezza.

L’attuale approvazione, per un lustro,  è stata concessa dalla Commissione Europea dopo valutazioni separate eseguite, in primo luogo dall’EFSA ed in secondo luogo dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).

Il glifosate e la sua azione

Figura 1: Glifosato – struttura in 2D, tratta da PPDB (vedi punto [4] bibliografia)

Il glifosato è un composto costituito da un gruppo amminico (NH), uno carbossilico (COOH) ed uno fosfonico (C-PO(OH)2). E’ una sostanza attiva: con azione diserbante, sistemico e a largo spettro d’azione; in altre parole un erbicida totale non selettivo, ossia esplica la propria azione contro qualsiasi pianta.
L’assorbimento avviene a livello fogliare, ma poi si diffonde, per traslocazione, in tutta la pianta.

In poco più di una una settimana, la sostanza attiva produce i suoi effetti. Prima si verifica l’appassimento, poi avviene l’essicamento seguito dall’ingiallimento che porta alla morte il vegetale trattato.
La molecola ha un’azione chelante nei confronti dei metalli (ioni di: Ca, Co, Cu, Fe, Mg, Mn, Ni e Zn). Questo determina una loro non disponibilità per le funzioni vitali del vegetale.

Il glifosato, con la sua azione erbicida, inibisce la sintesi di un enzima, che a sua volta impedisce al vegetale la biosintesi dei tre amminoacidi aromatici essenziali: triptofano, fenilalanina e tirosina. L’assenza di tali amminoacidi, fondamentali per la sintesi delle proteine, causa la morte della pianta.
Il glifosato viene utilizzato, con successo, per eliminare le infestanti che competono con le piante coltivate per l’acqua, i nutrienti, la luce e la superficie.

Figura 2: immagine tratta dal documento di cui al punto [8] della bibliografia.

Caratteristiche di questo diserbante di grande utilizzo

La presenza dell’ammina secondaria e dei siti acidi (vedi figura 1) rende il glifosato un acido debole di natura poliprotica.

Questa sostanza è uno zwitterione e possiede 4 costanti di dissociazione (figura 2). Sempre nel documento di cui al punto [8] della bibliografia si legge che: “Nell’intervallo di pH da 5 a 9, ambientalmente significativo, i primi protoni fosfonici e carbossilati sono completamente dissociati. La dissociazione del secondo protone fosfonico aumenta al di sopra del pH 6, ma è improbabile che il protone amminico si dissoci nell’ambiente”. E ancora: ” La dissociazione del glifosato, pH-dipendente, determina la speciazione del glifosato nei sistemi acquatici”.
Dal sito internet dell’University of Hertfordshire si legge che: “l’erbicida è altamente solubile in acqua, relativamente volatile e normalmente non liscivia alle acque sotterranee. Non è persistente nei suoli ma può trovarsi nei sistemi acquatici in determinate condizioni”.

Tabella 1: glifosato – caratteristiche tratte da PPDB [4]

L’elevata solubilità della sostanza in acqua (10.500 mg/l a 20°C, PPDB), determina quale conseguenza, la potenziale pressione nei corpi idrici della sostanza attiva. I documenti riportati in bibliografia nei punti [6] e [7] attestano il ritrovamento nelle acque dei residui dell’erbicida.

Sempre nel sito internet dell’University of Hertfordshire si apprende che il glifosato è: “È moderatamente tossico per l’uomo e irritante per la pelle e gli occhi. È moderatamente tossico per gli uccelli, la maggior parte degli organismi acquatici, i lombrichi e le api”.

Le origini

Figura 3: struttura teorica del POEA (immagine tratta dal documento [8] della bibliografia)

Le proprietà erbicida del glifosate risalgono al 1970. Due chimici della ditta Monsanto, Phil Hamm e John Franz ne compresero gli effetti e le caratteristiche. Nel 1974, la Monsanto lo mise in commercio con il nome di “Roundup®”. Sono state elaborate diverse formulazioni per migliorare l’assorbimento attraverso la superficie fogliare.

La formulazione del glifosato con poliossietilenamina (POEA),tra cui il sego polietossilato amminico, ha determinato un potenziamento dell’assorbimento e della traslocazione della sostanza attiva nel vegetale.

Nel tempo gli studi e le ricerche fatte hanno individuato nel POEA la causa principale di una maggiore tossicità acuta e cronica.

Sul sito internet dell’ECHA si legge che le Ammine, alchile di sego etossilate (CAS 61791-26-2) sono molto tossiche per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata.

Nel 2015, l’EFSA ha trasmesso alla Commissione la sua dichiarazione sulla valutazione tossicologica dell’ammina di sego polietossilata (CAS 61791-26-2), sostanza usata di frequente come coformulante nei prodotti fitosanitari contenenti glifosato.

Normativa UE e Nazionale

Norma UE

L’unione Europea con il Regolamento di esecuzione 2016/1313 riporta:

considerando 4: 
"l'EFSA ha trasmesso alla Commissione la sua dichiarazione sulla valutazione tossicologica dell'ammina di sego polietossilata (CAS 61791-26-2) una sostanza usata di frequente come coformulante nei prodotti fitosanitari contenenti glifosato. L'EFSA ha concluso che, rispetto al glifosato, in tutti i punti finali esaminati sono stati osservati  effetti tossici significativi dell'ammina di sego polietossilata. Un altro motivo di preoccupazione che è stato segnalato riguarda il potenziale dell'ammina di sego polietossilata di incidere negativamente sulla salute umana se impiegata nei prodotti fitosanitari contenenti glifosato. L'Autorità ha inoltre ritenuto che una probabile  spiegazione dei dati medici negli esseri umani per quanto riguarda i prodotti fitosanitari contenenti glifosato è che la tossicità deriva soprattutto dalla componente ammina di sego polietossilata nella formulazione." 

Precisando nel considerando 8:

"Alla luce delle attuali conoscenze scientifiche e tecniche è opportuno modificare le condizioni d'uso della sostanza attiva, escludendo in particolare l'utilizzo del coformulante ammina di sego polietossilata  (CAS 61791-26-2) nei prodotti fitosanitari contenenti glifosato."

Inoltre nel considerando 5:

"A norma della direttiva 2009/128/CE ... in combinato disposto con  l'articolo 55 del regolamento (CE) n. 1107/2009, gli Stati membri dovrebbero incoraggiare lo sviluppo e l'introduzione della difesa integrata e di approcci o tecniche alternativi al fine di ridurre la dipendenza dall'utilizzo di  pesticidi. Poiché i prodotti fitosanitari contenenti glifosato sono ampiamente utilizzati in applicazioni non  agricole, gli Stati membri dovrebbero provvedere affinché l'utilizzo di tali prodotti sia ridotto al minimo o vietato in: 
- aree quali parchi e giardini pubblici, 
- campi sportivi e aree ricreative, 
- cortili delle scuole e parchi gioco per bambini, 
- nonché in prossimità di aree in cui sono ubicate strutture sanitarie."

Il citato regolamento interviene altresì (considerando 6) sull’uso del glifosato per controllare il momento del raccolto o di ottimizzare la trebbiatura, ritenendo che tali usi non rientrino nelle buone pratiche agricole e quindi non conformi alle disposizioni dell’articolo 55 del Reg. (CE) n. 1107/2009.

Norme Nazionali

Riprendendo quanto già espresso nel Regolamento 2016/1313, il Ministero della Salute ha emanato il Decreto dirigenziale del 09.08.2016 che, a decorrere dal 22.08.16, dispone:

Articolo 1:
... si adottano le seguenti disposizioni di modifica delle condizioni d’impiego di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosato: 
a.  revoca dell’impiego nelle aree frequentate dalla popolazione o dai gruppi vulnerabili (di cui all’art. 15, comma 2, lettera a, D. Lgs. n. 150/2012) quali: 
  > parchi, giardini, 
  > campi sportivi e aree ricreative, 
  > cortili e aree verdi all’interno di plessi scolastici, 
  > aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie; 
b.  revoca dell’impiego in pre-raccolta al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura; 
c.  inserimento nella sezione delle prescrizioni supplementari dell’etichetta in caso di impieghi non agricoli, della seguente frase: “divieto, ai fini della protezione delle acque sotterranee, dell’uso non agricolo su: suoli contenenti una percentuale di sabbia superiore all’80%; aree  vulnerabili e zone di rispetto, di cui all’art.93, comma 1 e all’art.94, comma 4, del D. Lgs. 152/2006”. 

Articolo 2:
.... è revocata l’autorizzazione all’immissione in commercio ed impiego dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosato ed il coformulante ammina di sego polietossilata (CAS 61791-26-2).

Degradazione

La degradazione del glifosate, per valutare la sua permanenza nell’ambiente, è stata oggetto di molti studi.

Figura 4: immagine tratta dal documento di cui al p.to [10] della bibliografia

La degradazione di tipo chimico e per fotodegradazione ha una influenza marginale. L’idrolisi del glifosato è impedita dalla stabilità che esso mostra in acqua e nel suolo a valori anche piuttosto variabili di pH. [5, 9]

La fotodegradazione, causata dai raggi UV, avviene in presenza di particolari condizioni e, pertanto, non rappresenta la via preferenziale di degradazione. [5, 9]

La più importante via di degradazione è quella microbiologica.

La presenza di atomi di N e P nella molecola del glifosato costituiscono fonte di nutrimento dei batteri che agiscono in presenza o in assenza di ossigeno. Le caratteristiche del suolo, il legame della sostanza attiva al terreno, la diversità e l’attività dei microbi sono responsabili della degradazione. [5, 9]

Tale degradazione schematicamente segue due diversi percorsi (figura 4):

  • una porta alla formazione di gliossilato e l’acido amminofosfonico AMPA, per la rottura del legame C-N. Questi producono dapprima fosfato e metilammina, da cui ne deriva anidride carbonica (CO2) ed ammoniaca (NH3).
Tabella 2: AMPA – caratteristiche tratte da PPDB [4]
  • l’altra, con la scissione del legame C-P, comporta la formazione dei composti: glicina e sarcosina, da cui ne segue formaldeide e glicina per finire in CO2 ed NH3.

Le caratteristiche dell’AMPA sono riportate in Tabella 2. Si evidenzia la forte solubilità in acqua, ben oltre 100 volte quella del glifosato.

Tossicità di questo diserbante di grande utilizzo

Sulla tossicità del glifosato tanto è stato scritto, sono stati fatti molti studi ma ancora non c’è una conclusione perentoria.

Dal sito internet dell’International Agency for Research on Cancer (IARC), si riporta la Monografia IARC sul glifosato [13]. Si legge:

"Nel marzo 2015, IARC ha classificato il glifosato come "probabilmente cancerogeno per l'uomo" (Gruppo 2A).
Questo si basava su prove "limitate" di cancro negli esseri umani (dalle esposizioni del mondo reale che si sono effettivamente verificate) e prove "sufficienti" di cancro negli animali da esperimento (da studi sul glifosato "puro").
La IARC ha anche concluso che esistevano prove "forti" di genotossicità, sia per il glifosato "puro" che per le formulazioni di glifosato."

Inoltre viene riportato:

"La valutazione delle monografie IARC si basa sull'assemblaggio sistematico e sulla revisione di tutti gli studi pertinenti e disponibili al pubblico, da parte di esperti indipendenti, liberi da interessi acquisiti. 
Seguono rigorosi criteri scientifici e il sistema di classificazione è riconosciuto e utilizzato come riferimento in tutto il mondo. Questo perché le valutazioni IARC si basano su revisioni scientifiche indipendenti e su criteri e procedure rigorosi. 
Per raggiungere queste conclusioni, lo IARC ha esaminato circa 1000 studi."

Nel documento di cui al punto [13] della bibliografia si legge:

"La valutazione delle monografie IARC è una classificazione di pericolo. Indica la forza delle prove che il glifosato può causare il cancro. La probabilità di sviluppare un cancro dipenderà da fattori quali il tipo e l'entità dell'esposizione e la forza dell'effetto dell'agente."

In risposta, EFSA ha pubblicato il Report “Conclusione sulla revisione tra pari della valutazione del rischio da pesticidi della sostanza attiva glifosato, (EFSA Journal 2015;13(11):4302)”, che riporta:

"... gli esperti di revisione paritaria dell'UE, con una sola eccezione, hanno concluso che è improbabile che il glifosato rappresenti un rischio cancerogeno per l'uomo e che le prove non supportano la classificazione per quanto riguarda il suo potenziale cancerogeno secondo il Reg. (CE) n. 1272/2008 in materia di classificazione, etichettatura e imballaggio (Regolamento CLP). 
Il glifosato non è classificato né si propone di essere classificato come cancerogeno o tossico per la riproduzione categoria 2 in conformità con le disposizioni del Reg. (CE) n. 1272/2008 e, pertanto, le condizioni delle disposizioni provvisorie dell'allegato II, punto 3.6.5, del Reg. (CE) n. 1107/2009 relativo alla salute umana per l'esame delle proprietà di interferente endocrino non sono soddisfatte".

Lo IARC ed EFSA hanno fornito differenti valutazioni. Per la complessità degli argomenti si invita il lettore alla consultazione dei relativi documenti:

  • EFSA, La valutazione del rischio spiegata dall’EFSA: Il glifosato, 12 Novembre 2015“: punto [12] della bibliografia.
  • IARC, Monographs Volume 112: evaluation of five organophosphate insecticides and herbicides, 20 March 2015: punto [17] della bibliografia.
  • IARC, Q&A on Glyphosate, 01 marzo 2016: punto [13] della bibliografia.

Come si può constatare, nelle valutazioni esposte si parla di pericolosità e di rischio. La differenza è importante. Si precisa che con pericolo si fa riferimento alle caratteristiche intrinseche di recare un danno (esempio: chimiche, fisiche, ecc.), mentre con rischio si considera la probabilità e l’entità dell’esposizione alla sostanza con caratteristiche di pericolosità. [14]

Nel documento, “La valutazione del rischio spiegata dall’EFSA: Il glifosato, 12 Novembre 2015” (punto [12] della bibliografia), si apprende della proposta di dose acuta di riferimento per il glifosato.

Dopo aver vagliato un’enorme mole di dati pertinenti, un gruppo di esperti EFSA incaricato della revisione paritetica, composto da scienziati dell'EFSA ed esperti designati dagli Stati membri dell'Unione europea in loro rappresentanza, ha concluso che:
"La tossicità del glifosato deve essere ridefinita. 
È stata pertanto proposta una dose acuta di riferimento (DAR) di 0,5 mg/kg di peso corporeo. Si tratta della prima volta che si introduce una tale misura protettiva riguardante il glifosato. 
Il livello ammissibile di esposizione dell'operatore (LAEO) è stato fissato a 0,1 mg/kg di peso corporeo al giorno.
La dose giornaliera ammissibile (DGA) per i consumatori è stata fissata a 0,5 mg/kg di peso corporeo, in linea con la dose acuta di riferimento." 

Stop al glifosato

Nel sito ufficiale dell’Unione Europea, tra le notizie del 06.10.2017 troviamo: “Presentata alla Commissione la quarta iniziativa dei cittadini europei riuscita”.

Si legge:

“Sostenendo l’iniziativa dei cittadini europei “Stop al glifosato” , oltre 1 milione di cittadini di almeno 7 Stati membri hanno invitato la Commissione europea  “a proporre agli Stati membri un divieto del glifosato, a riformare la procedura di approvazione dei pesticidi e a fissare l’UE – ampi obiettivi di riduzione obbligatori per l’uso dei pesticidi. Finora 22 Stati membri hanno ricevuto un totale di 1.070.865 dichiarazioni di sostegno, che sono state controllate e convalidate dalle autorità nazionali.”.

Viene ribadito: “L’iniziativa dei cittadini europei è uno strumento prezioso nelle mani dei cittadini e consente loro di contribuire alla definizione del diritto e della politica dell’UE“.

Gli organizzatori dell’iniziativa hanno incontrato le Autorità dell’Unione Europea (23.10.2017) a cui ha fatto seguito una audizione pubblica (20.11.2017).

In data 12.12.2017 la Commissione ha adottato una comunicazione in cui ha esposto le azioni da intraprendere in risposta all’iniziativa dei cittadini europei.

Risposta della Commissione

Dal sito internet dell’Unione Europea troviamo le principali conclusioni della comunicazione. Sono state suddivise per obiettivi.

Per il "divieto dei diserbanti a base di glifosato", la Commissione ha concluso che non sussistono motivi giuridici o scientifici che giustifichino il divieto del glifosato e che non presenterà una proposta legislativa in tal senso (1° obiettivo).

Interviene altresì sui seguenti aspetti collegati:

"garantire che la valutazione scientifica dei pesticidi per l'approvazione regolamentare dell'UE si basi unicamente su studi pubblicati, che siano commissionati dalle autorità pubbliche competenti anziché dall'industria dei pesticidi, la Commissione si è impegnata a presentare una proposta legislativa entro maggio 2018, ..." (2° obiettivo);

 "fissare obiettivi di riduzione obbligatori per l'uso dei pesticidi al livello dell'UE, in vista di un futuro senza pesticidi, la Commissione ha concluso che intende focalizzarsi sull'attuazione della direttiva sull'uso sostenibile dei pesticidi e riesaminare la situazione, inizialmente in una relazione sull'attuazione della direttiva da presentare al Consiglio e al Parlamento europeo nel 2019 ..." (3° obiettivo).
Secondo e terzo Obiettivo

La risposta della Commissione per le azioni intraprese dalla stessa e da altre istituzioni riguardano il secondo ed il terzo obiettivo.

Secondo Obiettivo

Sono state raccolte nel Reg. 2019/1381 relativo alla trasparenza e alla sostenibilità dell’analisi del rischio dell’Unione nella filiera alimentare…

Si legge: “I principali elementi della norma intendono:

- garantire una maggiore trasparenza: i cittadini avranno un accesso automatico a tutti gli studi e a tutte le informazioni presentati dall'industria nel processo di valutazione dei rischi ...;
- aumentare l'indipendenza degli studi: l' EFSA sarà informata di tutti gli studi commissionati per garantire che le imprese che fanno domanda di autorizzazione forniscano tutte le informazioni pertinenti e non nascondano gli studi sfavorevoli ...;
- rafforzare la governance e la collaborazione scientifica: gli Stati membri, la società civile e il Parlamento europeo parteciperanno alla governance dell'EFSA essendo debitamente rappresentati nel suo consiglio di amministrazione. Gli Stati membri promuoveranno le competenze scientifiche dell'Autorità associando i migliori esperti indipendenti ai suoi lavori;
- sviluppare una comunicazione globale dei rischi: il nuovo regolamento stabilisce gli obiettivi e i principi generali della comunicazione dei rischi ..."
Terzo Obiettivo

Sempre dal sito internet dell’Unione Europea si ha riscontro delle azioni legislative e delle azioni non legislative.

Il terzo obiettivo riguarda: “fissare obiettivi di riduzione obbligatori per l’uso dei pesticidi al livello dell’UE, in vista di un futuro senza pesticidi”, la Commissione si è impegnata a stabilire indicatori di rischio armonizzati ai sensi della direttiva 2009/128/CE. 

Tale norma è stata modificata dalla direttiva 2019/782 del 15 maggio 2019 e, per l’appunto, riguarda la definizione di indicatori di rischio armonizzati.

Tratteremo l’argomento in un prossimo articolo sull’uso sostenibile dei pesticidi.

Stato del glifosato nell’UE

Già è stato anticipato che il glifosato è approvato (vedi Reg. 2017/2324) nell’UE fino al 15 dicembre 2022.

La normativa sui pesticidi prevede che l’approvazione di tutte le sostanze attive debba essere rivista periodicamente. 

Questo processo inizia con una valutazione scientifica da parte di uno Stato membro relatore, che è seguita da un processo di revisione paritaria supervisionato dall’EFSA. Per il glifosato il processo di valutazione è iniziato nel dicembre 2019 in modo che una decisione possa essere presa prima della scadenza (dicembre 2022).

Il 10.05.19 la Commissione ha nominato (vedi Reg. 2019/724) quattro Stati membri (Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia) che agiscono congiuntamente in qualità di “relatori” per la prossima valutazione del glifosato. E’ stato attribuito loro il nome di “Gruppo di valutazione sul glifosato – AGG”.

Si precisa che per la valutazione di ogni sostanza attiva l’UE nomina uno Stato membro relatore e uno correlatore. Nel caso specifico, a causa del previsto corposo dossier di domanda e dell’elevato carico di lavoro, nessuno Stato membro si è offerto volontario. Solo successivamente, un gruppo di paesi dell’UE ha accettato di agire congiuntamente in qualità di relatore.

Nel dicembre 2019 il Glyphosate Renewal Group (GRG) ha inviato una domanda per il rinnovo dell’approvazione del glifosato post-2022 a:

  • AGG;
  • agli altri Stati membri;
  • all’EFSA;
  • alla Commissione europea.

Il GRG, ossia il gruppo di rinnovamento del Glifosato, è un insieme di aziende che chiedono il rinnovo dell’autorizzazione UE della sostanza attiva glifosato unendo risorse e sforzi per preparare un unico dossier con tutti gli studi scientifici e le informazioni sulla sicurezza del glifosato.

Iter di rinnovo

Dal sito ufficiale dell’Unione Europea relativamente allo Stato del glifosato nell’UE si legge:

“Con la domanda presentata è stato formalmente avviato il processo di rinnovo come previsto dal Reg.(CE) n. 1107/2009.

In data 08.06.20 il GRG ha presentato i fascicoli supplementari contenenti la serie richiesta di studi scientifici e i dati della letteratura.

Dopo una verifica di ammissibilità dei fascicoli integrativi e di specifica valutazione delle informazioni disponibili, l’AGG ha presentato ad:

  • EFSA
  • ECHA

le sue valutazioni sotto forma di:

  • una bozza di relazione di valutazione del rinnovo (dRAR);
  • una relazione CLH contenente, rispettivamente, una proposta di classificazione ed etichettatura armonizzate.

L’EFSA e l’ECHA proseguiranno la valutazione, che comprenderà consultazioni pubbliche sui rapporti forniti dall’AGG (settembre 2021) e la successiva revisione tra pari da parte di esperti degli Stati membri.

Al termine del processo di revisione tra pari, l’EFSA adotterà una conclusione (in pratica una relazione!) sulla revisione tra pari della valutazione del rischio dei pesticidi, che terrà conto anche del parere che il comitato di valutazione dei rischi dell’ECHA adotterà sulla classificazione e sull’etichettatura armonizzate per il glifosato. 

La Conclusione e la relazione di valutazione del rinnovo dell’AGG saranno analizzate dalla Commissione, la quale presenterà quindi una relazione di rinnovo e un progetto di regolamento agli Stati membri sulla possibilità o meno di rinnovare l’approvazione del glifosato. Le discussioni si svolgeranno quindi in seno al comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (comitato PAFF) prima del voto degli Stati membri sulla proposta della Commissione”.

Monitoraggio dei residui del glifosato ed AMPA

Nel documento ISPRA n. 334/2020 (vedi bibliografia: punto [6]) si legge che nelle acque superficiali e nelle acque sotterranee il glifosato ed il suo metabolita AMPA sono le sostanze che più spesso hanno determinato superamento dei limiti ambientali.

Nelle acque superficiali, nei siti monitorati i superamenti dei limiti ambientali sono del 21,7% e del 54,3% rispettivamente per il glifosato ed AMPA.

Nelle acque sotterranee, ne casi esaminati i superamenti dei limiti ambientali di glifosato e AMPA sono stati rispettivamente del 2% e del 1,6%.

Per quanto riguarda i piani di controllo ufficiale degli alimenti di origine vegetale, i dati sui residui del glifosato raccolti dall’EFSA (vedi documento di cui al punto [16] della bibliografia) si possono così riassumere:

Nel 2019, in 26 Paesi è stato analizzato il glifosato sia negli alimenti di origine vegetale che in quello animale. Le analisi sono state condotte su:

  • alimenti per l’infanzia: 165 campioni
  • alimenti di origine animale, miele compreso: 1.028 campioni

per un totale di 13.336 campioni, compresi i prodotti trasformati.

Il glifosato non è stato rilevato nel 97% dei campioni analizzati (compresi gli alimenti per i bambini), mentre in 12 campioni (0,1%, come nel 2018) i livelli di residui hanno superato l’MRL.

Conclusioni

Il glifosato è l’erbicida più usato al mondo. Dal 1974 anno della prima commercializzazione, al 2001 anno di scadenza del brevetto della ditta Monsanto, l’uso del glifosato è cresciuto negli anni con la diffusione delle coltivazioni di piante OGM (organismi geneticamente modificati). Sono state introdotte specie vegetali quali: soia, mais e cotone resistenti al glifosato, che hanno permesso agli agricoltori di usare l’erbicida su queste piante senza che esplicasse la propria azione.

E’ una sostanza che, per efficacia e anche per costo, ha trovato larga diffusione nell’eliminazione delle erbe infestanti, limitando l’onere della manodopera nelle pratiche agricole.

Considerato il grande utilizzo della sostanza, gli Enti preposti ai controlli ufficiali nei settori ambientali e della tutela della salute pubblica hanno inserito il glifosato ed il suo principale metabolita nei piani di controllo.

Figura 5: grafico tratto dal documento di cui al punto [16] della bibliografia

Nel report di Ispra n. 334/2020 (vedi [6] della bibliografia) si apprende della diffusa presenza nelle acque di glifosato e del suo principale metabolita AMPA, evidenziando una disomogeneità analitica sul territorio nazionale. Viene auspicato di allargare la ricerca a tutte le Regioni/Province autonome.

Dalla relazione dell’EFSA (vedi punto [16] della bibliografia), che ha elaborato i dati dei piani di controllo ufficiale degli alimenti di origine vegetale ed animale per la tutela della salute pubblica nei Paesi membri, si evidenzia che il 2.7 % pari a 364 campioni contiene residui di glifosato ad una concentrazione compresa nel range fra il limite di quantificazione e il LMR.

Ora si resta in attesa delle decisioni dell’UE considerato che il GRG, ossia il gruppo di rinnovamento del Glifosato, ha presentato formale domanda di rinnovo dell’autorizzazione UE per la sostanza attiva glifosato.

Per saperne di più

  • EFSA, https://www.efsa.europa.eu/it
  • ECHA, https://echa.europa.eu/it/home
  • IARC, International Agency for research on cancer, https://www.iarc.who.int/
  • Ministero della Salute, https://www.salute.gov.it/
  • BfR, Bundesinstitut für Risikobewertung, https://www.bfr.bund.de/
  • PPDB, Pesticide Properties DataBase, https://sitem.herts.ac.uk/aeru/ppdb/en/

Bibliografia

[1] European Food Safety Authority, Glifosate

[2] Fondazione Umbero Veronesi, Glifosato: tutto ciò che occorre sapere, Fabio Di Todaro

[3] Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, È vero che il glifosato, un erbicida diffuso in tutto il mondo, è cancerogeno?

[4] PPDB: database delle proprietà dei pesticidi, University of Hertfordshire

[5] Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Chimica e dei Processi Sostenibili, Tesi di Laurea Magistrale: Matrici nanoporose per il rilascio di glifosato, Silvia Cordola, Prof.ri: Barbara Onida, Silvia Maria Ronchetti, Maria Concetta Bruzzoniti, ottobre 2018

[6] Ispra, Rapporto nazionale dei pesticidi nelle acque, 2017-2018, edizione 2020, 334/2020

[7] Ispra, Rapporto nazionale dei pesticidi nelle acque, 2015-2016, edizione 2018, 282/2018

[8] ArpaT, Water Monitoring Program: LC-HRMS method for Glyphosate analysis, M. Mazzetti

[9] Università degli Studi di Catania, Residui di glifosato nel prodotto alimentare pasta “Effetti tossici sull’ambiente e sull’uomo”, Tesi di laurea di Federica Marotta, 2019-2020

[10] Enviromental fate of glyphosate, eff Schuette, Environmental Monitoring & Pest Management
Department of Pesticide Regulation, Sacramento, CA 95824-5624, (Revised November 1998)

[11] EFSA, Glifosato: l’EFSA ne aggiorna il profilo tossicologico, 12 Novembre 2015

[12] EFSA, La valutazione del rischio spiegata dall’EFSA: Il glifosato, 12 Novembre 2015

[13] IARC, Q&A on Glyphosate, 01 marzo 2016

[14] Greenfacts – Fatti su ambiente e salute, Glifosato e cancro: perché c’è una differenza nella sua classificazione da parte dell’IARC e dell’EFSA?, https://www.greenfacts.org/it/

[15] Unione Europea, Vietare il glifosato e proteggere le persone e l’ambiente dai pesticidi tossici

[16] EFSA, The 2019 European Union report on pesticide residues in food, 25.02.2021

[17] IARC, Monographs Volume 112: evaluation of five organophosphate insecticides and herbicides, 20 March 2015

Aggiornamento del 25.08.2021

Autore: M. Morelli